Renzi, ahilui, aveva una sola strada. Questa.
La verità? Trovo davvero singolare la critica che molti tifosi e osservatori “renziani” – soprattutto quelli che solitamente facevano seguire all’aggettivo le tre paroline magiche “della”, “prima” e “ora” – sembrano rivolgere direttamente o indirettamente al sindaco di Firenze. In sintesi, il loro appunto è questo. Caro Matteo, dovevi andare a Palazzo Chigi solo dopo essere passato dalle urne.
Mettiamo che con la legge elettorale vigente, di fatto un proporzionale puro, Renzi fosse andato alle elezioni. E mettiamo che alle elezioni, togliendo la camicia bianca di Bruce Wayne e infossando la maschera e il mantello del suo alter ego (di Wayne) Batman, il Pd avesse ottenuto un risultato positivo oltre ogni immaginazione, diciamo il 38 o anche il 40 per cento. Con quel risultato forse (e sottolineo forse) Renzi sarebbe riuscito ad andare a Palazzo Chigi. Di sicuro, subito dopo le elezioni, sarebbe finito tra la padella dell’accordo con Berlusconi e la brace di un altro eterno streaming col Movimento Cinquestelle. Segno che, a conti fatti, gli conviene più andarci ora, con Alfano, Scelta Civica, i Popolari di Mauro, qualche leghista, qualche Sel, qualche pentastellato, un quarto di qualche scilipoti, mezzo razzi e soprattutto con l’intero Pd.
A quelli che “mica ora, Matteo doveva aspettare l’approvazione dell’Italicum e solo dopo andare al voto” non vorrei neanche rispondere. Ma, se proprio si deve rispondere, lo si può fare con una domanda. Ma davvero pensate che Berlusconi confezioni una qualsiasi riforma che mandi Renzi a Palazzo Chigi? Davvero pensate che il Cavaliere, che ha alle spalle una quindicennale esperienza di tavoli imbastiti e poi fatti saltare, – per citare Enrico Letta – “ci abbia scritto in testa Jo Condor”?
Morale della favola? Per andare a Palazzo Chigi, Renzi ha una sola strada. Andarci come Scelba o Fanfani, Spadolini o Craxi, D’Alema o Letta. Sulla base, cioè, di quella democrazia parlamentare prevista da quella stessa Costituzione che molti critici di Renzi definiscono “la più bella del mondo”, di quella che portano in piazza, di quella per cui si sono incatenati e imbavagliati per le strade o a Palazzo. L’altra via, arrivarci dopo un’indicazione più o meno diretta del popolo, com’è capitato nella storia soltanto a Romano Prodi o a Silvio Berlusconi, per adesso gli è preclusa. E non per colpa sua.
Sulla lealtà, la disciplina di partito, i rapporti umani, sul rapporto con Letta, insomma, rimando alla definizione che Mao Tse-tung dava della rivoluzione, e che va bene anche per i grandi cambiamenti della politica. “Non è un pranzo di gala. Non è un’opera letteraria, un disegno, un ricamo; non la si può fare con altrettanta eleganza, tranquillità e delicatezza, o con altrettanta dolcezza, gentilezza, cortesia, riguardo e magnanimità”.
Letta, semmai, va risarcito in altro modo. La maniera con cui sta combattendo a viso aperto dimostra che era errata la vulgata che lo voleva, e lo vuole, pargolo dell’alta burocrazia di Stato, allievo dei papaveri della Prima Repubblica, democristiano. Tutto sembra, soprattutto in queste ore, meno che il “nipote di”. E di questo, secondo me, bisogna dargli atto.
se Renzi riteneva di avere solo questa strada, poteva evitare di proporre in fretta e furia una legge elettorale.
è una contraddizione in termini.
redpoz
13 febbraio 2014 at 13:18
Direi che in ogni caso con lui alla guida il rilancio dell’azione ci sarà, anche per la legge elettorale e collegati.
Inoltre c’è un altro fatto importante del perché ora.
Le tante nomine in scadenza.
Ci fosse stato Letta non cambiava nulla.
Ora ci si può aspettare di vedere un ringiovanimento della classe dirigente e una scelta attenta ai meriti.
franco
17 febbraio 2014 at 10:06
A me queste conclusioni sembrano abbastanza illusorie: la maggioranza di governo è e resta uguale. 7, dico sette, senatori di maggioranza. Figuriamoci.
E se anche la maggioranza dovesse allargarsi, aumenterebbe l’eterogeneità.
La vedo sinceramente dura riuscire a far di più di quanto fatto da Letta.
La fretta è sempre cattiva consigliera.
redpoz
17 febbraio 2014 at 10:08
Ma “Ahilui” è un’isola delle Hawaii?
Andrea
13 febbraio 2014 at 13:28
A quelli che “mica ora, Matteo doveva aspettare l’approvazione dell’Italicum e solo dopo andare al voto” non vorrei neanche rispondere. Ma, se proprio si deve rispondere, lo si può fare con una domanda. Ma davvero pensate che Berlusconi confezioni una qualsiasi riforma che mandi Renzi a Palazzo Chigi?
*EPICA*
LaurinskY
13 febbraio 2014 at 13:56
pare tu ti riferisca a me…. intanto, nessuno ha detto che doveva aspettare l’Italicum: l’Italicum se l’è fatto lui da solo, se non gli interessava, poteva evitare (compresa la figuraccia con B., che non gli ho mai rinfacciato se la riforma fosse andata in porto, ma così….).
è questione di coerenza, di strategia… pare si muova anche lui a casaccio.
inoltre, come pensi che Renzi riesca a fare qualche riforma che non è riuscita a Letta? Con la Lega, SEL e qualche montiano o ex-grillino?? Ma abbiamo presente che numeri ci sono in parlamento??
redpoz
13 febbraio 2014 at 15:19
Notiziona: il mondo non ruota intorno a te. Ho riportato le parole di Tommaso che ho trovato molto giuste e ho scritto epica, riferendomi appunto alla frase che ha scritto nell’articolo sopra. Direi che hai preso un abbaglio, non ho nemmeno letto cosa hai scritto te e non mi riferivo a te.
LaurinskY
13 febbraio 2014 at 16:00
Chiedo venia.
redpoz
13 febbraio 2014 at 16:25
Da Renziano della prima ora ammetto di essere stato tra quelli del “mica ora, Matteo doveva aspettare l’approvazione dell’Italicum e solo dopo andare al voto” … ora pian piano in effetti mi sto rendendo conto … l’analisi che hai fatto Tommaso sta molto in piedi e fa riflettere. Complimenti per blog e articolo!
PS tanto tra poche ore sapremo cosa succederà…..
Bonetto Davide
13 febbraio 2014 at 15:02
[…] diventare premier dopo le elezioni? – Con questa legge elettorale? – Ma no, con quella nuova! – E secondo te Berlusconi faceva passare una legge elettorale che avvantaggiava noi? – Ma Berlusc… CHE HAI […]
Cambiaverso, versocambia | The River of Constant Change
13 febbraio 2014 at 15:52
Mi sembra una scelta stramba e confusa questa di Renzi. Premetto che sono un renziano della prima ora E che l’ho votato due volte. Il compromesso dell’osceno patto con Berlusconi era accettabile (appena appena) nell’ottica della possibilità di aver bisogno di una legge elettorale decente (che gli consentisse di governare dopo il voto del popolo sovrano) molto presto. Per far cadere il ridicolo governo inciucio con Alfano. Visti gli sviluppi di oggi quel patto disdicevole non ha più senso. Inoltre come si fa a pensare di stare alla guida del paese dal 2014 al 2018 senza il mandato degli elettori???
Inoltre, visto che le forze in parlamento sono le stesse che c’erano ai tempi di letta, perché lui dovrebbe riuscire a fare grandi cose?
Mi pare un pastrocchio che provocherà il suo fallimento. L’unica cosa intelligente da fare era portare a casa la nuova legge elettorale e la cancellazione del senato ed andare a votare nel 2015 con il governo letta ancora in sella.
Luca
13 febbraio 2014 at 18:32
[…] di famiglia sul tavolo, ma non si deve – come fa giustamente notare Tommaso Labate in questo post – rimproverare al segretario di aver predicato bene e razzolato male. Ciò che è […]
La leadership è come il pesce… | l.romani
13 febbraio 2014 at 18:56
Ecco la sua coerenza:
“Se vinco mai più larghe intese” (Matteo Renzi 28 ottobre 2013).
“Da me no a intrighi di palazzo per prendere il posto di Letta” (Matteo Renzi 14 gennaio 2014).
“Mai al governo senza elezioni” (Matteo Renzi 10 febbraio 2014).
Davide
13 febbraio 2014 at 19:02
Mistificazioni. Solo questo. Complimenti
Elisa
13 febbraio 2014 at 22:43
Guarda Tommaso sinceramente la tua analisi mi lascia perplesso per alcuni punti fondamentali. Innanzitutto Renzi a questo punto può solo aver premeditato questa possibilità perché la vedo alquanto impossibile una scelta dell’ultima ora, il che sottolinea la sua farsa tiritera dell’uomo lontano dagli intrighi di palazzo, quindi difatti ha tradito quello che era il suo manifesto fondato in campagna elettorale od ancora prima. La seconda cosa è una mia osservazione semplice. Che senso ha parlare di governabilità assumendosi la responsabilità storica dell’accordo sulla legge elettorale con Berlusconi se poi fai lo scacco matto al tuo collega di partito? Io penso che le cose siano collegate. Nell’incontro con Berlusconi Renzi sicuramente si sarà accordato sull’eventuale spallata a Letta perché così, se in effetti arriva fin al 2018, la carica esplosiva del Movimento 5Stelle si perde e non hanno, lui e Berlusconi, più l’incessante timore di una svolta populista dalla tornata elettorale. Queste sono le mie considerazioni che trovi anche nel mio blog…quando hai tempo e voglia puoi farti una lettura veloce…grazie!
cibal
14 febbraio 2014 at 00:38
[…] suo post di oggi spara questa frase, per dimostrare che Renzi, porello, è stato costretto suo malgrado ad […]
E @tommasolabate no no no. | Democrazia e Sviluppo
14 febbraio 2014 at 00:50
[…] delle manovre della I Repubblica. Come hanno notato due validi giornalisti come Francesco Costa e Tommaso Labate, il calcolo di Renzi è meno spericolato e più ludico di quello che appaia ad un primo sguardo. Il […]
La fretta di Renzi si chiama terrore di Grillo | Gad Lerner
14 febbraio 2014 at 09:43
L’ha ribloggato su Amolanoia.
breisen
14 febbraio 2014 at 10:32