Giulia Ligresti, nipote di Mubarak.
Il parallelo tra la nota telefonata di Berlusconi alla Questura di Milano e le note telefonate intercettate del ministro Cancellieri sul caso Ligresti non ha alcun senso.
Innanzitutto, la prima provoca immediatamente la liberazione di Ruby. Al contrario, tra la prima telefonata della Cancellieri e la scarcerazione di Giulia Ligresti passa più di un mese.
Secondo, tra la telefonata di Berlusconi e la liberazione di Ruby c’è un nesso diretto (Silvio chiama, Ruby esce dalla Questura insieme a Nicole Minetti). Nesso diretto che invece nel secondo caso non c’è né potrebbe esserci, visto che nessuno degli interlocutori della Cancellieri – a cominciare dal vicecapo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziario (Dap) – ha il potere di scarcerare la Ligresti .
Terzo, dopo che Silvio telefona, Ruby torna a passeggiare libera per le strade di Milano. Al contrario di Giulia Ligresti, che è passata dal carcere agli arresti domiciliari.
è possibile quantomeno parlare di simile intercessione privata di uomo (o donna) di stato per caso segnalato in via privata da amici di famiglia ai quali si rispondeva con frasi rassicuranti? se non è abuso di potere – ci sarebbero vie normali per chiedere i domiciliari per motivi di salute – ci va molto molto vicino. e post-metto che non vorrei la Ligresti in carcere, ci macherebbe!, vorrei che la Cancellieri intervenisse per gli altri migliaia di detenuti e di rifugiati che sono in condizioni bestiali. E se il ministro avesse rivendicato lei stessa l’intercessione prima della fuga di notizie avrebbe fatto cosa buona e giusta aprendo uno spiraglio di speranza a chi invano chiede di uscire da lì. E invece si alimenta solo il sospetto che questo Paese continui a vivere di famiglie e non di giustizia.
purple
4 novembre 2013 at 13:02