La memoria di Berlinguer e gli #occupyqualcosa
Oggi che ricorrono i novantuno anni dalla nascita di Enrico Berlinguer, m’è venuta in mente questa cosa.
Nel 1978, Enrico Berlinguer fu il più tenace difensore di Giulio Andreotti presidente del Consiglio. Persino a dispetto dei dirigenti del Pci che, come ha ricordato Emanuele Macaluso in una recente intervista all’Unità, gli chiedevano di imporre alla Dc un altro nome. Fu irremovibile, Berlinguer, nel benedire quello che per la sinistra italiana era già Belzebù. E dire che il momento era delicato, visto che Aldo Moro era appena stato sequestrato dalle Br.
M’è venuto in mente, mentre penso ai novantuno anni dalla nascita del dirigente più amato della storia della sinistra italiana, che oggi qualche scienziato #occupyqualcosa, che di Berlinguer ha letto a stento l’intervista a Eugenio Scalfari sulla questione morale, avrebbe sostenuto la tesi che secondo cui, scegliendo Andreotti, il Pci avrebbe finito per rafforzate le Br. E che magari, proprio per rispondere a quell’emergenza, bisognava andare a pescare qualche ro-do-tà qua e là.
Questo m’è venuto in mente.
Post scriptum: Berlinguer, le Br, le sconfisse. E, a un mio modestissimo parere, questo è un lascito leggermente più importante della sacrosanta (sottolineo, sa-cro-san-ta) questione morale. Ma giusto leggermente, eh?
concordo perfettamente. In quegli anni Berlinguer dette un contributo decisivo per sconfiggere BR e per approvare importanti riforme (sanità e Psichiatria).
alla fine di quella esperienza di solidarietà nazionale però non ebbe sufficiente forza o non volle per paura di scissioni per portare il PCI al dialogo confronto scontro con Craxi e con la sua idea di una sinistra democratica e moderna. forse si sarebbe evitato mani pulite e la falsa fine della prima repubblica, ma si sa con i se e con i ma…
franco rossi
25 Maggio 2013 at 10:56