tommaso labate

Un tavolo col Giaguaro. In streaming.

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Se è vero, come è vero, che un pezzo del gruppo dirigente del Pd in queste ore sta “lavorando su Bersani” per convincerlo “a vedere il punto di Berlusconi“, allora è evidente che la minaccia di dimissioni da parte di Giorgio Napolitano ha avuto il suo primo effetto. Consentire un leggerissimo “eppur si muove” a una situazione che sembrava ferma come un blocco di marmo.

Inutile perder tempo appresso a bersaniani, renziani, franceschiniani, lettiani, giovani, vecchi, uomini, donne e costruirci attorno la storia della “resa dei conti” interna al Pd. Non è questo il tema, almeno oggi.

Il tema, e ritorniamo al punto di partenza, è che pressato dalla minaccia di dimissioni di Napolitano (e soprattutto dal martedì nero che ci attende sui mercati finanziari se la situazione rimane questa), Bersani faccia un passo. E dica “vedo” a quello che, più che un giaguaro, s’è dimostrato un fine pokerista.

Cosa vuol dire “vedere” di fronte al pokerista Silvio che ha mandato a monte tutti i tavoli possibili degli ultimi vent’anni, dalla Bicamerale alle intese che con lui (meritoriamente) anche Veltroni aveva provato a intavolare dopo la sconfitta del 2008? Vuol dire incontrarlo, magari in diretta streaming, magari proprio il giorno di Pasquetta. E strappargli “pubblicamente” due scopi definiti per far nascere un governo: il ritorno al Mattarellum, che ha chiesto anche Beppe Grillo; e l’elezione di un capo dello Stato scelto sin d’ora (inutile girarci troppo attorno, l’unico nome sul tavolo sarebbe Giorgio Napolitano). 

Il secondo punto, con l’azione di un governo, c’entra poco. Ma è la pre-condizione perché quel possibile esecutivo non nasca sotto un ricatto. Altrimenti tra dieci giorni Berlusconi si sveglia, dice che pretende il Gabibbo al Colle e che se non lo ottiene fa saltare tutto.

Mattarellum e un capo dello Stato insieme. Un accordo da perfezionare come meglio si crede ma da siglare in diretta tv. Due punti: la legge elettorale (che piace a Grillo) e un presidente della Repubblica (quello indicato in precedenza, e cioè l’attuale, non è sgradito a Grillo).

Così almeno, se proprio si deve rivotare, si rivota meglio.

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Written by tommasolabate

30 marzo 2013 a 12:40

Pubblicato su Senza categoria

4 Risposte

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  1. L’esperto sei tu ma vorrei spiegassi meglio perchè le dimissioni di Napolitano dovrebbero costituire una minaccia dal momento che tra 15 giorni si vota il successore.

    N.C.

    30 marzo 2013 at 13:26

  2. […] mossa di Napolitano, con l’innesto dei famosi gruppi ristretti, mi pare confermare questo scenario di un’ora […]

    • Francamente, l’idea che la diretta tv renderebbe più vincolante un patto, ci può anche stare, ma è chiaro che in quel caso nessuno farebbe davvero un patto. la mitologia dello streaming importa l’idea che sia vero quello che si dice. E in politica, quel che si fa è spesso contrario a quel che si dice.

      Alpa69

      30 marzo 2013 at 16:33

  3. […] partita comincia dopo. Adesso voi, che siete spettatori attenti, quando andate alla partita vi concentrate […]


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