Consultazioniful ore 16.37
A meno di due ore dall’arrivo della delegazione del Pd al Quirinale, in questa storia che sembra una soap opera ci sono alcuni punti.
1) Le delegazioni di Pd e Sel hanno in testa un solo nome. Quello di Pier Luigi Bersani. Il partito di Vendola, tra l’altro, potrebbe farsi carico di chiedere a Napolitano l’incarico al buio per il leader del Pd. Della serie, “lo si lasci verificare se ha il sostegno in Parlamento”. Cosa che Bersani stesso ieri non ha chiesto (Napolitano gli avrebbe detto no, tra l’altro).
2) Il Pdl insiste sulla via del governo politico con Pd e Scelta Civica. Emissari berlusconiani hanno fatto sapere al Nazareno che “non solo non chiediamo neanche Alfano vicepremier” ma addirittura “sottoporremmo a Bersani premier una rosa di ministri lasciando che l’ultima parola ce l’abbia lui”. L’ultima e l’unica parola di Bersani su questo fronte, per adesso, era e rimane “no”. I berluscones, ovviamente, insistono (perché guardano alla partita per il Colle, ovviamente). E per smuovere il segretario del Pd lo stanno informalmente tranquillizzando mandandogli a dire che “comunque diremmo no a un esecutivo del presidente”.
3) La situazione cambia di minuto in minuto. Alle 16.28, tutti sono nuovamente riposizionati alla casella del “via”. Tutte le rose dei nomi sono saltate. Resta solo il pre-incaricato congelato, con chances ridotte al lumicino.
4) Tra ipotesi che si fanno in queste ore tra i partiti, prende quota la suggestione di un “gesto forte”, per provare a sciogliere l’iceberg, di Napolitano stesso. E questo gesto forte, sempre se la situazione non si sblocca, potrebbe avere a che fare più con un passo indietro (di Napolitano stesso) che non con l’incarico di un “premier del Presidente”. Che, per il momento, non si intravede nemmeno all’orizzonte.
Il paradosso è che il partito che è arrivato primo sarà verosimilmente quello chiamato ai maggiori compromessi…
enricogiammarco
29 marzo 2013 at 16:44