tommaso labate

Allora mettiamo che, da domani, il finanziamento pubblico ai partiti venga abolito.

with 62 comments

Ve la faccio breve.

Allora mettiamo che, da domani, il finanziamento pubblico ai partiti venga abolito. Giusto, d’altronde c’è anche il risultato di un referendum che è stato “aggirato” dai politici, che sono più o meno gli stessi uomini che con i loro comportamenti hanno dato vita alla sprecopoli quoditiana di cui leggiamo da anni.

E mettiamo che a questo punto il Partito X, che non può contare più sul finanziamento pubblico, sia talmente bravo a farsi finanziare la campagna elettorale e l’attività politica dall’Azienda Z, che fabbrica computer.

Un caso di scuola, insomma. One shot, un colpo solo, una sola azienda privata che paga, niente costi per i cittadini, e tutti che vissero felici e contenti.

Adesso se il Partito X, che non può contare sul finanziamento pubblico ma che è contento lo stesso perché la campagna elettorale e l’attività politica vengono pagate dall’azienda Z, vince le elezioni e va al governo, quali computer sceglierà per le forniture dei ministeri? Quelle di un’eventuale Azienda Y, che pur non avendo finanziato il Partito X magari offre prezzi più competitivi? O a prescindere quelle dell’Azienda Z, che aveva finanziato attività politica e campagna elettorale del Partito X?

In questa storiella, il Partito X può essere qualsiasi partito. L’Azienda Z, invece, può produrre indifferentemente computer ma anche siringhe o sigarette, può essere un’azienda manifatturiera o una che fa solo finanza, una che controlla qualche televisione, una che si occupa di sanità privata o magari una casa farmaceutica.

Lo ripeto per chi opporrà le argomentazioni che sappiamo, sulla classe politica attuale, sui danni che ha fatto, su quanto s’è “magnata”: “Mettiamo che, da domani”… “giusto”.

Però fatevi due conti.

E anche una domanda: perché secondo voi un privato si metterebbe a finanziare la campagna elettorale o l’attività politica di un partito?

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Written by tommasolabate

11 marzo 2013 a 14:46

Pubblicato su Ragionamenti, Senza categoria

62 Risposte

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  1. Sbaglia e mi spiace perchè la stimo. IL PD per esempio raccolgie 10 milioni annui dai tesseramenti + 3/4 (nn so bene) da contributi eletti. Con le primarie sono arrivati 8 milioni per campagna. FARE Ha raccolto 2 milioni per campagna, Sul m5s non ho dati, ma non credo abbiano speso molto. Basta mettere un tetto di 1.000 € ai versamenti e rendere trasparente il tutto. Il problema è che siamo abituati a partiti autoreferenziati che non cambiano e che pochi vogliono finanziare. Ma è l’unica via.

    Alessio Rampini

    11 marzo 2013 at 15:04

    • Sono bruscolini. Letizia Moratti ha raccolto dalla sola azienda di famiglia 11 milioni per la sua sfortunata campagna elettorale milanese.

      amtitti

      11 marzo 2013 at 18:59

      • Perchè sforunata? ^_^

        Lorenzo Pozzati

        11 marzo 2013 at 19:35

    • credo anche qualcosa dal MPS se non sbaglio

      giuseppe

      11 marzo 2013 at 20:40

    • Intanto i finanziamenti elettorali devono essere dichiarati come tutti gli altri finanziamenti. Gli appalti per forniture devono essere pubblici e un controllino piccolo piccolo è più che sufficiente.Molto più di un controllone grosso grosso con gli occhi chiusi

      remo granocchia

      11 marzo 2013 at 21:01

    • “E anche una domanda: perché secondo voi un privato si metterebbe a finanziare la campagna elettorale o l’attività politica di un partito?”

      Io ho donato 20 euro al M5S, perchè credo che i movimenti e i partiti politici dovrebbero autofinanziarsi (con tetti alle singole donazioni). Per la cronaca, fino ad ora le donazioni hanno raggiunto la misera cifra di 569’000 €, ancora lontana dall’obiettivo di un milione. I donatori sono stati 14665, il valore medio delle donazioni circa 38,80 €.

      http://www.beppegrillo.it/movimento/donazioni/

      Alessandro Placa

      13 marzo 2013 at 23:36

  2. Beh…molte aziene Z, tra cui ad esempio una azienda F, in un paese X dove i finanziamenti dei privati sono trasparenti, ha donato la somma x al parito K e la somma y al partito H, con x diverso da y. Molto semplice.

    Fede

    11 marzo 2013 at 15:08

    • …in un paese X, non certo in Italia.

      francesca

      11 marzo 2013 at 16:00

      • è per questo che è necessario cambiare… “non certo in Italia” se continuiamo a dirci “tanto siamo in Italia e non può funzionare” allora non funzionerà…

        gianluca

        12 marzo 2013 at 09:35

    • peggio di Bartezzaghi…. ma l’ipotesi è affascinante!

      informauro

      11 marzo 2013 at 16:30

  3. Sono sostanzialmente d’accordo con il commento precedente. Quello posto nell’articolo è un problema fasullo risolvibile inserendo tetti massimi e tracciabilità e trasparenza nei pagamenti. Dirò di più, è tutto da dimostrare che pur ricevendo finanziamenti pubblici gli attuali partiti non siano in realtà legati a doppio se non triplo filo con aziende da cui se non ricevono soldi comunque ricevono apertamente comunque ricevono regali più o meno dichiarati..

    Francesco Bianco

    11 marzo 2013 at 15:08

  4. L’ha ribloggato su blog di Dean Hajredinie ha commentato:
    ecco perchè i partiti vanno finanziati con denaro pubblico…

    dean.hajredini

    11 marzo 2013 at 15:19

  5. +Alessio Rampini il post si riferisce all’opzione “abolizione totale dei contributi politici”, che per altro con severe regolamentazioni esistono un pò in tutti gli stati occidentali. Però lei dice: ci sono i contributi degli eletti; che fanno parte di quella parte di finanziamenti ai partiti, e che in tanti vogliono abolire o limitare. (vedi proprio M5S). Se così fosse, anche questo finanziamento scomparirebbe e quindi, il partito che potrà fare più propaganda sarà quello con più soldi. Che è già un po’ successo in 15 di berlusconismo, figuriamoci cosa succederebbe altrimenti. Fra l’altro, non so se lo sa, ma esiste già un tetto per le donazioni, e l’obbligo che siano fatte in modo tracciabile, e poi dichiarate a bilancio. E con la legge elettorale attuale, i partiti (tutti) fanno pagare una somma ai candidati che varia dai 20.000 ai 40.000 Euro (come ha dichiarato sul suo blog il deputato Civati)

    Una domanda interessantissima lei posta nel suo commento: il M5S quanto ha speso? quanto ha raccolto? da chi ha raccolto? Come l’ha speso?

    miciobigio (@miciobigio)

    11 marzo 2013 at 15:19

    • mi piacerebbe sapere il M5S quando ha preso,chi ha gestito chi ha speso

      Alessandro Balzano

      11 marzo 2013 at 15:26

    • Il fatto di dover raccogliere fondi sprona i partiti verso le richieste delle persone. 10 milioni dai tesserati nascono dalla voglia di appartenenza, 8 milioni dati per le primarie nascono da una richiesta degli elettori di poter scegliere. 2 milioni a FARE nascono dalla voglia di un partito liberale serio in Italia. Contributi trasparenti con un tetto spingono politica a intercettare bisogni degli elettori non i loro. E poi io ODIO chi pensa di essere più intelligente dei cittadini, il 92% 20 anni fa votarono NO oggi sarebbero probabilmente il 99%. E che con i miei soldi si paghi Orfini, Fassina e compagnia, la Turco “mi mancano solo 2 anni alla pensione e mi sono fatta assumere” o Zingaretti (sono dipendente ma ora che sono eletto lo stato paga solo contributi e TFR) con i MIEI soldi quando NON ci sono i soldi per i contributi delle persone in mobilità mi fa girare le palle ad elica.

      Alessio Rampini

      11 marzo 2013 at 15:36

      • Io 20 anni fa, più giovane e schifata dai vari craxi ecc, ho votato per l’abolizione del finanziamento ai partiti, ma ora so di aver sbagliato. Bisogna vietare il finanziamento privato, assolutamente!

        Orietta Basso

        11 marzo 2013 at 16:02

  6. …i partiti, come i sindacati dovrebbero essere costituiti in onlus e finanziati esclusivamente dalle quote partecipative dei simpatizzanti

    luciano

    11 marzo 2013 at 15:33

    • bravissimo…assolutamente d’accordo.

      alberto

      11 marzo 2013 at 19:04

  7. Perché ora non è così? Non succede sia l’uno, il finanziamento pubblico, che l’altro (quello privato, anche delle aziende)? Il problema è rendere trasparente questo finanziamento e mettere dei tetti.

    nella

    11 marzo 2013 at 15:42

  8. nel 1996 i partiti prendevano complessivamente 40milini di euro
    nel 2008 460milioni di euro

    c´é stata un inflazione a 3 cifre??????

    antonio

    11 marzo 2013 at 15:43

  9. IL finanziamento ai pariti non dovrebbe essere abolito, ma cambiato, i partiti fanno campagna elettorale poi presentano la nota spese sostenute certificata, ed avranno risarciti i soldi realmente spesi. Vi faccio un esempio: La Germania e la Francia ricevono un rimborso elettorale di 8 milioni di Euro, in Italia i partiti né ricevono 533 MILIONI… MI sembra che la differenza sia abissale; o non sanno spendere o li sprecano o li rubano, quindi i soldi ai partiti vanno tolti e rimborsate le spese reali… Avete visto cosa succede ad avere soldi a pioggia, nascono i Lusi, i Fiorito, i diamanti, lingotti d’oro, le slot machine… I gruppi nelle regioni sguazzano nei soldi e come dimostrato li utilizzano per i propri interessi personali, quindi i gruppi non dovrebbero avere nemmeno un €. Ci sono gruppi misti composti da una sola persona che quindi percepiscono anche 8 mila euro mensili come presidenti di se stessi, mi sembra che ci stanno prendendo per il culo non vi pare? Si era detto che il finanziamento pubblico doveva servire per evitare che i partiti potessero farsi corrompere, bene hanno preso i rimborsi e la corruzione è di 70 miliardi… Ma di cosa stiamo parlando, il paese è a allo stremo e loro sono diventati tutti milionari a spese del popolo.

    Mario Pennacchietti

    11 marzo 2013 at 15:47

    • …i partiti, come i sindacati dovrebbero essere costituiti in onlus e finanziati esclusivamente dalle quote partecipative dei simpatizzanti. L’esperienza dimostra peraltro che il finanziamento pubblico non ha eliminato quello privato e che le lobby continuano a controllare l’operato dei partiti con meccanismo di garanzia di voti. Adottando la norma di finanziamento da quote degli iscritti, si produrrebbe inoltre il fallimento di piccoli assembramenti che si costituiscono in partito con l’esclusivo scopo di gestire in autonomia le quote dei rimborsi (che peraltro non vengono erogati a fronte di spese documentate ma in relazione al numero dei voti, avvilendo le possibilità di crescita dei piccoli partti)

      luciano

      11 marzo 2013 at 19:43

  10. Se continuiamo di questo passo, ci lamenteremo pure del fatto che con i nostri soldi i dipendenti pubblici si comprano gli assorbenti e/o i preservativi… a questo punto, diciamo che i soldi pubblici devono andare allo Stato e non nelle tasche dei cittadini che, notoriamente, essendo dipendenti pubblici, in realtà non lavorano… no?

    Salvo Saieva

    11 marzo 2013 at 15:50

  11. L’ha ribloggato su Trentamila Piedi sopra lo Stivale.

    vincenzopistorio.com

    11 marzo 2013 at 15:56

  12. Poniamo il caso eccezionale in cui un partito non riesce a raccogliere la cifra. Che si fa? Posso essere d’accordo sull’autofinanziamento. Ma è una deriva un po’ pericolosa: poi cosa diremo? Che la sanità se la paga chi vuole usarla? O le strade le paga solo chi vuole usarle? Il diritto di fare politica non è una opzione, è il diritto di tutti. Va tutelato coi soldi di tutti: con tanto controllo e con le giuste cifre che bastano a fare politica.

    Se proprio non si riesce a evitare la deriva idiota dell’abolizione si può pensare a una cifra minima necessaria per la propaganda politica: se un partito non la raggiunge, lo stato aiuta con una integrazione sulle spese.

    Antonio Usai

    11 marzo 2013 at 16:10

  13. Pienamente daccordo: senza finanziamento pubblico ai partiti, l’unica alternativa e’ quello privato….non mi e’ mai capitato di sentire che un’ azienda o un imprenditore investano soldi senza aspettersi un tornaconto!

    michele corrado

    11 marzo 2013 at 16:13

  14. PERCHè NON PENSIAMO ALL’OTTO PER MILLE?FINANZIAMENTO TRASPARENTE E SECONDO IL GIUDIZIO DEI CITTADINI.

    GIUSEPPE LEONI

    11 marzo 2013 at 16:13

    • Potrebbe essere una buona idea. Credo che alla base di tutto ci sia l’educazione e l’etica, quindi la corruzione deve essere combattuta soprattutto con i comportamenti dei singoli. Ma io non ci sto a subire passivamente di essere depredato della mia libertà (vedi referendum abolizione finanziamento pubblico ai partiti). La classe del popolo medio bassa è stata tartassata e resa sempre + povera, mentre tutti i partiti tranne 20 impavidi, hanno votato sempre a favore del mantenimento dei propri privilegi economici e di casta. Credo che se non si inizia a cambiare da loro, non andremo da nessuna parte. La Grecia è più vicina di quanto si possa pensare…

      Mario Pennacchietti

      11 marzo 2013 at 16:24

      • Sono grosso modo d’accordo con lei signor Pennacchietti, ma essendo vissuta motli anni negli USA le posso garantire che le lobby di potere che finanziano i partiti sono quelle che successivamente “gestiscono” il potere. Basta pensare alle industrie delle armi, quanti problemi Obama sta incontrando per l’approvazione di lievissimi divieti all’acquisto di pistole e fucili. Perciò non esiste una politica o un potere senza macchia alcuna o scevro da commistioni con i potenti e “favori” ai clientes

        Emilia Polcaro

        12 marzo 2013 at 19:40

    • Sono d’accordo. La riforma che ritengo necessaria deve riguardare 1) il modo di finanziare la politica: quote di adesione degli iscritti, quote versate dagli eletti, tetto massimo per le quote versate da privati e imprese, ma anche un meccanismo simile all’8 per mille per le confessioni religiose o al 5 per mille alle associazioni, dove è il cittadino che sceglie volontariamente se e a quale forza politica sestinare una quota della propria Irpef. Ma la destinazione deve essere esplicita, e non confluire in un fondo unico da ripartire in seconda battuta tra le diverse forze e organizzazioni politiche. Questo fa sì che ogni partito sia stimolato a promuovere la partecipazione e il coinvolgimento dei cittadini, a darsi e a rispettare regole democratiche di formazione delle decisioni e di selezione dei gruppo dirigenti.
      E 2) deve riguardare le regole interne dei partiti, la natura democratica dello Statuto, la trasparenza amministrativa con la certificazione dei bilanci da parte di soggetti terzi a tutti i livelli, l’impegno rivolto a promuovere la formazione politica e la selezione dei gruppi dirigenti per capacità e merito, il ricorso obbligatorio alle elezioni primarie per l’elezione dei gruppi dirigenti dei partiti e per la selezione delle candidature alle cariche elettive.
      Il PD – che già fa molte di queste cose – deve fare in modo che diventino prassi, metodo, comune a tutte le forze politiche. Per questo serve una legge, che finalmente metta in pratica i principi costituzionali fissati dall’art.49.

      Giorgio Sagrini

      11 marzo 2013 at 16:55

  15. Non sono d’accordo. Il punto vero è quello di pretendere partiti più leggeri e meno autoreferenziali, meno costosi e più aperti. Parliamo del partito più partecipato, anche se è una guerra tra poveri: il PD. E’ evidente a tutti che spesso le cariche retribuite di partito sono una forma di welfare improvvisato per trombati e untidelsignore. Per prima cosa riduciamo i costi di convegni organizzati per le solite facce e caliamo gli stipendiati. Per non parlare del tema delle fondazioni private, dove l’attività lobbystica è già ampiamente avviata, con l’unica differenza che non è assolutamente rendicontata in nessun modo. Te la ribalto con quello che è il sistema attuale: mettiamo che la fondazione X riceva dall’impresa energetica o infrastrutturale Y un finanziamento cospicuo (non pubblico). Quella tal fondazione X fa sempre riferimento a un parlamentare Z. Quel parlamentare Z, spesso diventa anche ministro: chi favorirà nelle scelte su infrastrutture ed energia? La soluzione al finanziamento è: trasparente, rendicontato, con tetto alle donazioni.

    Giovanni

    11 marzo 2013 at 16:21

  16. Quindi i privati oggi non finanziano i partiti? La verità è che sono i partiti ad essere diventati aziende. Obama raccoglie quantità di fondi enormi, lotta contro lobby potentissime economicamente e mi risulta che vince le elezioni. Sempre se poi le elezioni si vogliono vincere, invece di tenersi i privilegi.

    • Sì, li finanziano e condizionano già oggi, figuriamoci domani se il finanziamento dei privati diventasse l’unica fonte di sostentamento…

      coloregrano

      11 marzo 2013 at 19:00

  17. in linea teorica è un ragionamento che fila. in pratica il finanziamento pubblico ai partiti non ha impedito né che per 20 anni governasse l’uomo più ricco d’Italia né che a sto giro vincesse l’uomo che non ha accettato un euro di finanziamento pubblico ai partiti. dunque bisogna che attraverso la creatività italiana che ci contraddistingue troviamo un sistema migliore.

    beba

    11 marzo 2013 at 16:37

  18. Perdonami ma questo succede già adesso.
    Pensi che le forniture di beni e servizi per lo stato siano affidate con criteri diversi dal puro interesse privato di chi le assegna?….
    Ti illudi.

    Federico

    11 marzo 2013 at 16:42

  19. Sfugge un particolare alla sua analisi, tommasolabate. Ovvero, il potere decisionale dell’elettore. Il cittadino votante non è un organismo privo di intelligenza e qualora reputasse non opportuno votare un partito finanziato da una certa azienda, allora non lo voterebbe. E magari sarebbe altrettanto opportuno pensare a una legge per la pubblicazione dei finanziamenti destinati ai partiti.

    demonoid84 (@demonoid84)

    11 marzo 2013 at 16:58

  20. allora mettiamo che, da ieri anno domini 2006 il gruppo Riva, i proprietari dell’Ilva per intenderci, regalino 98.000 euro a Bersani per la sua campagna elettorale…

    daniele

    11 marzo 2013 at 16:59

    • il fine nobile costituzionale prevede che si debba foraggiare quell’aspirante deputato o quell’associazione di partito che non possono competere con i gruppi potenti e danarosi e quindi evitare che la politica sia appannaggio di quest’ultimi. Va da sè, che, visto il malaffare al suo interno (della politica), sia urgente una revisione di questo copioso finanziamento pubblico. Ma l’abolizione totale di esso favorirebbe il rischio di un inquinamento della politica con elargizioni sottobanco ed illecite a quei partiti compiacenti,non garantendo di fatto una qualsiasi azione di contrapposizione nella gestione e nell’uso del potere pubblico. Va individuato, a mio avviso, uno strumento trasparente della spesa dei partiti, ponendo altresì un limite reale e corrispondente alla spesa lecitamente sostenuta e onesta per tutti i partiti degnamente rappresentati nel paese.

      ezio

      11 marzo 2013 at 17:36

  21. IL PROBLEMA E’ CHE L’AZIENDA Z GIA’ FINANZIA I PARTITI. e LA CORRUZIONE GIA’ ESISTE, NON MI PARE CHE SIA UN PERICOLO DA EVITARE MA UN MALE DA ARGINARE….

    PIERO

    11 marzo 2013 at 17:21

  22. “Adesso se il Partito X, che non può contare sul finanziamento pubblico ma che è contento lo stesso perché la campagna elettorale e l’attività politica vengono pagate dall’azienda Z, vince le elezioni e va al governo, quali computer sceglierà per le forniture dei ministeri? Quelle di un’eventuale Azienda Y, che pur non avendo finanziato il Partito X magari offre prezzi più competitivi? O a prescindere quelle dell’Azienda Z, che aveva finanziato attività politica e campagna elettorale del Partito X?”

    E dove sta scritto che debba andare così, scusi? Improvvisamente non esistono più quelle cose che si fanno con un bando al quale rispondono in tanti facendo delle offerte più o meno vantaggiose? Sono sparite del tutto? Di colpo?
    Chi lo dice che il partito X debba per forza dare l’appalto alla ditta Y che l’ha finanziato, rispetto alle altre?
    Certo, considerato che siamo in Italia e la malafede è d’obbligo va sicuramente così ma allora… siamo onesti: non è già così? A me pare proprio di sì… Gli amici degli amici degli amici, chissà come, vincono sempre. Che strano! Eppure i partiti sono finanziati pubblicamente!

    A me pare che si tenti di tirare acqua al proprio mulino (ossia non rinunciare al finanziamento dei partiti) oppure si sia un po’ superficiali nell’analisi…
    Basterebbe semplicemente che i partiti spendessero (ONESTAMENTE! ossia comprovato con ricevuto e conti) X e gli venissero rimborsati X e non X elevato 10 volte.
    Ma ci prendete tutti per coglioni?

    Meshuge

    11 marzo 2013 at 17:38

    • Sarebbe onesto e giusto che fosse SEMPRE così, però è chiaro e palese che un imprenditore, per quanto illuminato possa essere, cercherà di fare i propri interessi e guadagnare il più possibile, quindi sfrutterebbe a suo vantaggio l’aver finanziato un partito…

      Valentina Montermini

      11 marzo 2013 at 19:29

  23. e’ una domanda veramente acuta… andiamo subito a dire a Obama che ha preso millecinquecento milioni di dollari solo per la sua campagna elettorale da PRIVATI (come tutti i candidati del resto, da che mondo e’ mondo in qualunque democrazia avanzata) di restituirli, senno’ poi c’e’ il rischio che favorisca chi gli ha dato i soldi…

    jacksonbrowne

    11 marzo 2013 at 19:06

  24. Legge anticorruzione e soprattutto una legge seria contro il conflitto di interessi!,Mi pare ovvio…

    claudio tedeschi

    11 marzo 2013 at 20:07

  25. Se non sbaglio in America i finanziamenti privati oltre una certa soglia devono essere palesi, si deve cioè sapere chi sta finanziando. Questo permette ai cittadini di sapere che la ditta Y ha finanziato il partito X e di fare le loro scelte di voto tenendone conto.
    Molto spesso però le grandi aziende, soprattutto quelle più grandi, aggirano questa regola con vari sistemi. I gruppi di interessi più potenti di solito finanziano entrambi gli schieramenti, perchè così sono sicuri che, chiunque vinca, al governo avranno qualcuno che fa i loro interessi. Tutto questo di solito avviene senza che i cittadini americani ne sappiano nulla.
    Questo succede in America, dove la cultura è ben diversa da quella italiana e dove di potenti gruppi di interessi ce ne sono un discreto numero e hanno obiettivi spesso contrastanti tra loro, il che tende a riequilibrare le cose.
    Cosa succederebbe in Italia, dove c’è la cultura che ben conosciamo e dove gli spazi angusti della nostra economia consentono l’esistenza solo di pochissimi gruppi di interessi abbastanza potenti da finanziare in questo modo gli schieramenti politici, e che hanno, in più, interessi nient’affatto contrastanti ma anzi, troppo spesso, coincidenti?
    Qui non si parla di un appalto per i computer di un ministero. Se dei gruppi economici controllassero abbastanza persone delle istituzioni potrebbero far varare leggi dello stato per favorire i propri interessi. I loro comodi diventerebbero legge e i cittadini sarebbero obbligati a sottostarvi.
    E’ questo che vogliamo?

    Adina Mascia

    11 marzo 2013 at 20:11

  26. M5S : trasparenza, onestà…speranza!

    Stefano

    11 marzo 2013 at 20:25

  27. ITOLO IV
    RAPPORTI POLITICI

    Art. 48.

    Sono elettori tutti i cittadini, uomini e donne, che hanno raggiunto la maggiore età.

    Il voto è personale ed eguale, libero e segreto. Il suo esercizio è dovere civico.

    La legge stabilisce requisiti e modalità per l’esercizio del diritto di voto dei cittadini residenti all’estero e ne assicura l’effettività. A tale fine è istituita una circoscrizione Estero per l’elezione delle Camere, alla quale sono assegnati seggi nel numero stabilito da norma costituzionale e secondo criteri determinati dalla legge.[7]

    Il diritto di voto non può essere limitato se non per incapacità civile o per effetto di sentenza penale irrevocabile o nei casi di indegnità morale indicati dalla legge.

    Art. 49.

    Tutti i cittadini hanno diritto di associarsi liberamente in partiti per concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale.

    paolo

    11 marzo 2013 at 20:56

  28. Per mia esperienza personale, anche con il finanziamento pubblico ai partiti in vigore già adesso le aziende private “finanziano” le campagne elettorali dei vari partiti politici (o, più spesso, dei singoli candidati), ottenendo in cambio favori ed appalti. Non ci nascondiamo dietro un dito.

    Gabriele Sanzi

    12 marzo 2013 at 07:44

    • Non mi sembra che i rimborsi elettorali abbiano allontanato la grossa impresa e, sopratutto le banche, dal condizionamento dell’azione politica esercitata dai partiti. Mi sembra inoltre che i rimborsi elettorali arricchissero depositi all’estero (tanzania). Finanziamento spontaneo tramite tesseramento ed eventuali quote controllate e limitate versate ad enti che perseguano una ragione sociale senza fini di lucro (onlus) rappresenterebbe non solo una possibilità di sostegno ad una politica “desiderata” ma manderebbe a casa una miriade di mestieranti della politica che con il denaro pubblico e senza svolgere attività di sorta, hanno creato o allargato il proprio patrimonio (traendo vantaggio da opportunità apparentemente pubbliche, ma irraggiungibili dal comune cittadino). Quella che il finanziamento pubblico (oggi diventato rimborso elettorale eludendo il significato vero di un referendum popolare che, rendendo facoltativo e misurabile il finanziamento ai partiti, voleva sostanzialmente accorciare le distanze e rafforzare il rapporto fra politica e cittadinanza)

      luciano

      12 marzo 2013 at 09:47

  29. […] il rischio è che la politica diventi schiava delle lobby. A parte il fatto, basti pensare alla questione Riva o alle vicenda MPS, che già lo è, su questo […]

  30. In questo post, ho trovato espresse proprio le mie più grandi preoccupazioni. Premetto che non sono un anti-Grillo rancoroso come ce ne sono tanti in giro, però ho pensato anch’io che i partiti senza finanziamento pubblico si espongono all’influenza delle multinazionali. E’ proprio una questione spinosa, vedremo cosa succede, bisogna confidare in una fortissima dignità morale dei politici futuri, ma il rischio esiste…

  31. 1. Finanziano anche i privati, non solo le aziende. Anzi, finanziano soprattutto i privati. Alcuni lo fanno per delle cose che si chiamano ideali politici.
    2. Nel caso in esempio i computer si comprano tramite una procedura pubblica, determinata da norme nazionali o UE.
    3. Suvvia, vogliamo dire che questo sistema finora ha garantito l’indipendenza della politica rispetto alle lobbies? Veramente stai dicendo questo?

    montdarpizio

    12 marzo 2013 at 12:31

  32. Quello che succede in America, dove i partiti non hanno finanziamenti pubblici mostra quanto sia sbagliato questo articolo…… O no?

    Storno

    12 marzo 2013 at 13:52

  33. sono d’accordissimo. Basta dare soldi a fiume ai partiti, abbiamo visto che fine fanno. E ci prendono continuamente per il c.

    gianni

    12 marzo 2013 at 19:36

  34. Mi sembra una cavolata ! in quanto la politica può essere finanziata con un sistema simile all’8 x1000.
    Deciderei io cosa dare e a chi darlo…
    i sistemi ci sono manca la trasparenza e la volontà di intraprendere questa strada.

    roberto

    13 marzo 2013 at 16:43

  35. mettiamo………..che lo stato paga i rimborsi elettorali ,se lo stato deve finanziare un ‘ opera ,comunque farà lavorare azienda dei loro compari…………….

    saverio

    14 marzo 2013 at 13:50

  36. […] a prescindere da qualità e prezzi dei propri prodotti. Un esempio semplice-semplice viene fatto qua.Partiti come il PD, invece, che si rifanno alla tradizione della sinistra socialista, sono contro […]

  37. […] di principio un’ottima idea a salvaguardia della democrazia. Ad esempio, il finanziamento privato espone i partiti ai grandi gruppi di potere, che potrebbero poi “ricattare” il partito stesso. Inoltre, potrebbe rendere più difficile […]

  38. Hi,

    I like your article¡¡

    Italian Citizenship law is based on jus sanguinis, or citizenship by blood.

    If you have an Italian ancestor in your family’s bloodline, you probably qualify for Italian Citizenship.

    In fact, it is possible to claim Italian Citizenship if there is an ancestor in your family that was an Italian Citizen at the time of his death, meaning that he never renounced to Italian Citizenship in his life.

    Many countries allow dual citizenship. Among these countries there are the United States, Canada and Brazil.

    Becoming an Italian Citizen in USA will give you the advantage of traveling, working, and retiring in any of the European Countries without the need to apply for a Visa, which can be a difficult and lengthy process.

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    migueldelaveganyc2

    5 ottobre 2013 at 14:09

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    If you have an Italian ancestor in your family’s bloodline, you probably qualify for Italian Citizenship.

    In fact, it is possible to claim Italian Citizenship if there is an ancestor in your family that was an Italian Citizen at the time of his death, meaning that he never renounced to Italian Citizenship in his life.

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    http://italiancitizenshipforamericans.wordpress.com
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    migueldelaveganyc2

    5 ottobre 2013 at 14:15


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