Cambiare la Rai. Col sorteggium.
Che sia necessario tener “i partiti” e “la politica” il più lontani possibile dalla Rai, ora lo dicono tutti. Da anni, da tanti anni. E lo ripetono anche quelli che non ci credono e quelli che non vogliono.
Adesso che la riforma della governance dell’azienda di viale Mazzini è tornata per l’ennesima volta in agenda – e a onor del vero gran parte del merito va ascritto al Pd e alla tigna di Pier Luigi Bersani – ecco una possibile soluzione. Una di quelle archiviabili alla voce “modesta proposta” o, se volete, a quella “consigli non richiesti”.
Bastano tre semplici mosse.
1) Un’authority “indipendente” (le virgolette non sono casuali) – in questo caso l’Agcom (Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni) – stila una lista di cento personalità che reputa competenti. Intellettuali, professionisti del settore, professori universitari e anche impiegati del catasto. Purché abbiamo una comprovata (e comprovabile) competenza sul mezzo (la televisione) e i fini (la cultura, lo spettacolo, la pubblicità, e via dicendo).
2) Da questo elenco di cento persone vengono estratti a sorte cinque (o, se volete, sette) nomi. Ed eccolo là, il nuovo consiglio d’amministrazione della Rai.
3) Il consiglio, che elegge il suo presidente a maggioranza, nomina a sua volta un amministratore delegato con tutti i crismi.
Punto. Fine.
Ovviamente si tratta di una provocazione. Con genera, altrettanto ovviamente, delle obiezioni.
Tipo: ma l’authority, seppur “indipendente”, non ha comunque una radice politico-partitica? Risposta: certo. Ma è tutt’altra cosa rispetto alla Commissione di Vigilanza, dove sono direttamente i parlamentari a nominare ben sette consiglieri d’amministrazione Rai su nove (come da Legge Gasparri). O no?
E ancora: la politica riuscirebbe comunque a mettere becco sulla lista dei cento nomi, no? Risposta: vero. Ma un conto è paracadutare 9 signori nel board di viale Mazzini (7 dalla commissione parlamentare di Vigilanza, 2 indicati dal ministero dell’Economia). Un’altra è stilare una lista di cento persone senza sapere chi sarà premiato dal sorteggio. Vuoi mettere?
Written by tommasolabate
13 marzo 2012 a 12:16
Pubblicato su Ragionamenti
Tagged with Agcom, Authority, governance, Legge gasparri, Rai, sorteggio, sorteggium, Tommaso Labate
2 Risposte
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l’AGCOM regola un mercato non può. Potrebbe però chiedere alla commissione di vigilanza di fare lista e sorteggio.
annalisa
13 marzo 2012 at 12:33
Secondo me il problema é stilare la lista con le 100 personalità! Comunque proposta apprezzabile.
AlessandroB
13 marzo 2012 at 12:38