Tremonti, l’inchiesta di Roma e la deriva «pericolosa».
di Tommaso Labate (estratto dal Riformista del 31 luglio 2011)
Ancora poche ore, insomma, e si saprà se la guerra di poteri che si sta giocando sulle sorti della maggioranza produrrà i propri effetti collaterali sull’esecutivo durante o dopo l’estate. L’ultimo successore di Quintino Sella aveva dichiarato di essersi trasferito nell’appartamento del suo ex collaboratore Marco Milanese non solo «per una banale leggerezza». Ma anche perché nei locali delle Fiamme Gialle, «in caserma, non mi sentivo più tranquillo». Una scelta recente? Tutt’altro, a sentire le fonti qualificate della Guardia di Finanza citate ieri da un articolo di Repubblica. Che, se venisse confermato, dimostrerebbe che Tremonti non pernottava più nella foresteria della Gdf ormai dal 2004. Da sette anni.
Domanda: visto che di fronte alle accuse del superministro un’inchiesta della magistratura sembra quasi un atto dovuto, che tipo di ricadute agostane potrebbero esserci nella maggioranza e nel governo? Un autorevole esponente dell’opposizione, che mantiene canali di dialogo sotterranei con l’esecutivo, scommette su un’ipotesi che lui stesso definisce «pericolosa». Se venisse aperta l’inchiesta, «naturalmente Tremonti sarebbe chiamato a ripresentarsi davanti ai magistrati. E a confermare le accuse che ha già messo a verbale a mezzo stampa». Parallelamente a quel punto, aggiunge la fonte, «la stessa macchina del fango che s’è già messa in moto sulle inchieste che riguardano il Pd potrebbe concentrarsi per colpire il ministro dell’Economia e spingerlo verso le dimissioni».
L’articolo integrale lo trovate qui.
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