E le urla di Don Camillo sconvolsero il Senato.
È mercoledì 23 marzo 2011. E le urla arrivano fino al Transatlantico di Palazzo Madama, dove i senatori della Repubblica Italiana hanno appena finito di votare le mozioni sull’intervento in Libia.
– “Vuoi fare il deputato, risolvere il problema del Mezzogiorno e non sei nemmeno capace di risolvere un problema di quinta elementare?”, dice uno.
– “Non ve ne impicciate”, risponde l’altro.
– “Leggete e firmate”, incalza l’uno.
– “Io sottoscritto…”, legge l’altro.
Non si tratta di un battibecco tra Gasparri e la Finocchiaro. No. Le voci, inconfondibili, sono quelle del doppiatore italiano di Fernandel e di Gino Cervi, in uno dei frammenti di Don Camillo. Infatti il primo film della saga tratta da Guareschi è stato ritrasmesso proprio quel mercoledì pomeriggio da Sky cinema classics.
Domanda: com’è possibile che un dialogo tra Don Camillo e Peppone si senta quasi fino all’uscio dell’Aula di Palazzo Madama, per giunta durante uno dei momenti cruciali del voto sulla missione in Libia?
Per risolvere il mistero basta seguire la scia delle urla, che porta fino a uno dei saloni del Senato che generalmente viene usato dai giornalisti per le interviste in video. Nel salone, bellamente spaparanzato su una poltrona di fronte a un televisore a schermo piatto, c’è il senatore del Pdl Antonio Paravia (nella foto). Che, a tutto volume, si sta godendo la replica di Don Camillo sereno e beato, manco fosse a casa sua.
Sull’uscio del salone, ormai off limits per tutti a causa dell’elevato volume del televisore, c’è Francesco Rutelli che aspetta di essere intervistato dai giornalisti. A quel punto, qualcuno va dal senatore Paravia per chiedergli gentilmente di spegnere la televisione. Niente da fare. Paravia se la prende a male e reagisce male. “Io sono un senatore” e cose così.
Dopo un estenuante tira e molla diplomatico, Paravia decide di tacitare il televisore. Ma dura un attimo. Pochi secondi dopo, infatti, s’ode un rumorossissimo “gooool”. Il senatore pidiellino, evidentemente stanco dell’ennesima replica di Don Camillo, aveva sintonizzato il televisore sulla replica di una partita di calcio. A tutto volume, ovviamente.
che dire: straordinario!!!!
valerio
24 marzo 2011 at 18:35
grazie valerio
tommasolabate
24 marzo 2011 at 18:44
effetti collaterali. da caffeina.
Ivan
24 marzo 2011 at 18:49
fosse successo alla Camera, qualcuno avrebbe offerto caffé per tutti. anche per don Camillo
tommasolabate
24 marzo 2011 at 19:11
splendido.
adoro certi aneddoti.
salvo
25 marzo 2011 at 00:26
Tipi italiani, caro salvo. Il problema, in questo caso, è che si tratta di un senatore.
tommasolabate
25 marzo 2011 at 11:03
No comment. Il “lei non sa chi sono io” ormai ha sostituito il biglietto da visita di certa gente…
forse Paravia prende ispirazione da certe puntate di don camillo e peppone per svolgere (o non svolgere) le mansioni che dovrebbe, visti i non risultati di un certo governo…
alessandra
25 marzo 2011 at 11:31
Alessandra, prendessero a esempio Don Camillo e Peppone avremmo già fatto un bel passo in avanti. Il problema è che a volte oscillano tra la tendenza “Bud Spencer e Terence Hill” e l’opzione “Mario Carotenuto” versione preside in certi film di Alvaro Vitali.
tommasolabate
25 marzo 2011 at 11:40